GTA: Chinatown Wars e i problemi di droga
pubblicata da Daniel il 28 Sep 2008 - 8:01 | Commenta anche tu questa news (0 commenti)
Nelle precedenti news vi abbiamo riportato le prime informazioni e i primi dettagli ufficiali di Grand Theft Auto: Chinatown Wars, il nuovo titolo di Rockstar Games sviluppato da Rockstar Leeds e previsto su console portatili Nintendo DS per questo inverno.

Molte persone sono rimaste perplesse nel sapere che Rockstar ha voluto sviluppare la serie in qualche modo declassandola su una console solitamente destinata a bambini e famiglie. Ma il vice presidente di Rockstar Games, Dan Houser, ha subito chiarito in un'intervista fatta dalla rivista Edge Magazine, che GTA: Chinatown Wars è un gioco classificato "M for Mature" dalla ESRB, esattamente come tutti i GTA finora rilasciati. Nella stessa intervista Houser ha anche specificato:

"Non può essere addolcito per renderlo un gioco adatto a tutta la famiglia - non è il tipo di gioco che stiamo creando. Non abbiamo mai fatto nulla di buono limitandoci.
[...] Nintendo voleva che facessimo un GTA, e noi volevamo fare un gioco per la loro piattaforma. Non ci hanno mai chiesto un GTA per bambini, e noi non siamo mai stati interessati nel creare un gioco che normalmente non faremmo.”

L'esperienza e i vari problemi con i giochi passati di Rockstar Games, ci ha insegnato che per pubblicizzare un Grand Theft Auto - e altri titoli come Manhunt 2 - non è assolutamente necessario spendere denaro, ogni titolo riceve un buona dose di attenzione grazie alla sua stessa natura di gioco violento, un marchio inconfondibile di Rockstar da sempre amato e odiato dal pubblico e dai media. Come per i suoi predecessori, anche Chinatown Wars non è riuscita a sfuggire agli incontrollabili fari mediatici.

Lo abbiamo anticipato con la traduzione dell'articolo della rivista Nintendo Power, Grosso guaio a Chinatown, dove è presente la descrizione della missione "Tricks of the Triad" in cui il protagonista del gioco, Huang Lee, deve girare per la città di Liberty City vendendo droga e guadagnando denaro. Si tratta di una caratteristica un po' accennata in tutti i Grand Theft Auto, come in Grand Theft Auto: San Andreas, dove al protagonista viene offerta della droga - droga che prontamente viene rifiutata qualsiasi sia la risposta da parte del giocatore.

Questo minigioco nuovo alla serie, permetterà ai giocatori di spacciare sei tipi di droghe diverse per la città. Non si tratta però di qualcosa di monotono e fine a sé stesso, infatti il minigioco prevede la creazione di un proprio profilo. Il profitto che ne ricavi dipenderà dalle condizioni di mercato che saranno basate sull'area di spaccio e sulla quantità di servizio che la stessa area riceve regolarmente dal giocatore. Come potete vedere dall'immagine qui a fianco presa direttamente dal gioco, e che mostra il minigioco attualmente incriminato dai media, i sei tipi di droga sono: eroina, cocaina, ecstasy, acido, marijuana e barbiturici.

Nell'intervista di Edge Magazine, Dan Houser a tal proposito ha dichiarato:

"Abbiamo sempre desiderato avere un minigioco dedicato allo spaccio di droga in molti dei nostri titoli GTA. Ci abbiamo scherzato un po' in Vice City Stories, perché funzionava molto bene insieme alla storia principale. In GTA: Chinatown Wars questo minigioco invece si interseca con la storia, e molte cose che impari dal minigioco servono per la storia, anche se per la maggior parte è un minigioco a sé."

Ma quali sono state le reazioni? Dalla diffusione della notizia, già due rinomati siti della stampa inglese hanno puntato il dito contro la nuova caratteristica introdotta in GTA: Chinatown Wars, citando le parole di Darren Gold della Drugsline, un istituto di carità e di supporto per le dipendenze da droghe, che ha definito il minigioco un "messaggio errato per i bambini".
Ma si tratta solo dell'inizio, quanto ancora si gonfierà la controversia? Stiamo pur sempre parlando di un GTA su Nintendo DS, una console il cui massimo aspetto di violenza visto sino ad oggi è piastricciare la faccia di un bambino virtuale con colori virtuali.

Sin dalla sua nascita nel lontano 1997, la serie non è mai stata sviluppata per un pubblico di bambini, nonostante commercianti dediti più al ricavo che al prodotto trattato e genitori che trasformano televisioni e console in baby-sitter permettano a bambini di ogni età di avere e giocare questi titoli. Voi cosa ne pensate di questo ennesimo "scandalo nello scandalo"?

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